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L’enigma del Kyo Jitsu di Pauline Sasaki

L’enigma del Kyo Jitsu di Pauline Sasaki

L’enigma del Kyo Jitsu di Pauline Sasaki

Ripubblichiamo oggi, nel 2016, L’enigma del Kyo Jitsu di Pauline Sasaki, scritto intorno al 2002, non solo per rinnovare la memoria della compianta Maestra Pauline Sasaki (1946 – 2010) ma perché si tratta di una pietra miliare, indispensabile per chi studia ed insegna Shiatsu, un’ imprescindibile trattazione, chiarissima, oltre che originale, del Kyo – Jitsu.

Ho perso il conto degli studenti che vengono ai miei seminari e mi dicono di praticare Shiatsu da molti anni e di volere ora imparare a fare del “lavoro energetico”. La mia risposta è sempre: “ Cosa credi di avere fatto finora?”.

Nonostante nella teoria dello Shiatsu venga affermato con chiarezza che il corpo fisico è una forma di energia, sembra esserci una dissonanza tra la comprensione intellettuale di questo fatto e la sua applicazione pratica. Essendo il Kyo e il Jitsu concetti energetici, cominciamo da una descrizione di come intendiamo il concetto di energia e come ci lavoriamo nello Shiatsu.

Per quanto ci piacerebbe credere di essere dei pensatori New Age, la tradizionale logica del 18° secolo ancora predomina nella nostra applicazione della MTC e altre teorie mediche asiatiche.

Quella logica che governa il pensiero della medicina tradizionale occidentale, si basa sull’assunto che il corpo fisico sia composto di

“mattoni costruttivi di base che possono essere precisamente localizzati nel tempo e nello spazio”

Patrizia Stefanini 1999*

In altre parole, il corpo umano è materia solida.

Quando applichiamo questo modello allo Shiatsu, i meridiani divengono entità quantificabili che è possibile isolare e localizzare precisamente. I nostri trattamenti si focalizzano sul correggere stati di malattia attraverso l’utilizzo di formule che producono effetti calcolabili. Il movimento viene esaminato a livello dei nostri cinque sensi, inseriti nel tempo e nello spazio. In confronto, la nostra definizione di energia come vibrazione non sembra riuscire ad inserirsi nella categoria della materia solida perché non è concreta (nel senso della materia solida), il suo movimento spesso elude i nostri cinque sensi, e non è facilmente misurabile nello spazio e nel tempo. Inoltre, molte delle nostre esperienze con l’energia non combaciano con u parametri delle nostre idee riguardo alla materia solida.  Motivo per cui abbiamo la tendenza a tenere le due cose separate.

Nell’ultimo secolo, si è molto lavorato sull’esplorazione del mondo subatomico (i “mattoni costruttivi di base”) della materia. Gli scienziati hanno scoperto che esiste una natura intrinsecamente dinamica della materia le cui configurazione non esistono in termini quantificabili ed isolati. Piuttosto, la materia è composta di

“parti integrate di una rete interdipendente di interazioni”

(ibid)

Questo implica che ci sono vibrazione e movimento. In altre parole: la materia è energia.

L’enigma del Kyo Jitsu di Pauline Sasaki

Una volta arrivati alla conclusione che la materia è energia e quindi vibra, il nostro assioma di base secondo cui il corpo è un’entità quantificabile che può essere divisa  e categorizzata non può rimanere valido. Questo perché la vibrazione implica che l’energia, per natura, sia costantemente interattiva e di conseguenza sempre in mutamento.  Questa è la base per la natura olografica del corpo: il tutto è compreso in ogni parte. Questa è anche la base per capire i meridiani e la teoria del Kyo e del Jitsu.

Il sistema dei meridiani per lavorare sul corpo è la chiave per aprire la porta tra due illusioni circa la realtà: una antropocentrica (secondo cui l’essere umano è il centro dell’universo) ed una cosmologica (avente a che fare con l’ordine intero della natura, di cui l’uomo non è che una parte). Questi due punti di vista richiedono modelli diversi su cui basiamo il nostro operato Shiatsu. Il modello tradizionale è la forma fisica, dove i meridiani sono al servizio del corpo fisico.

L’enigma del Kyo Jitsu di Pauline Sasaki

Il modello cosmologico considera la forma umana come il cuore di una più ampia rete di campi energetici dove i meridiani hanno la funzione anello di congiunzione tra i due. Quando lavoriamo i meridiani secondo il punto di vista tradizionale, tendiamo a separare i meridiani in categorie di funzioni ed associazioni e osserviamo il corpo come una forma statica. L’obbiettivo del nostro lavoro punta alle parti, in particolare ai punti. Quando i meridiani ci fanno vivere l’esperienza del corpo come un’entità dinamica, per nulla statica, ma piuttosto in costante mutamento, ci sentiamo confusi. Un esempio di questo è quando palpiamo Hara alla ricerca del Kyo e del Jitsu. Una frustrazione comune che accade è che il “Kyo” e il “Jitsu” della prima palpazione si modificano costantemente con ogni successiva palpazione.

Se facciamo riferimento al modello tradizionale secondo cui consideriamo Hara una forma di espressione statica, questo non ha senso. D’altro canto, se torniamo a riferirci al concetto di vibrazione, ci rendiamo conto che stiamo sperimentando il corpo come energia, per cui il cambiamento è inerente.

Col tempo non ci preoccupiamo più di tutti cambiamenti che accadono, ma piuttosto di ciò che non cambia.

Come i meridiani, il Kyo ed il Jitsu devono essere definiti in relazione al modello cui facciamo riferimento. Il Kyo ed il Jitsu possono essere definiti in una maniera riferendosi ad un modello tridimensionale, ed in un’altra maniera riferendosi ad un modello multidimensionale. Molti palpano alla ricerca del meridiano “più Kyo”e del “più Jitsu”, e li utilizzano come i canali di “diagnosi”.

Il problema di questa tecnica è che non ti porta da nessuna parte. La teoria del Kyo e del Jitsu è uno strumento per essere condotti altrove. E’ il mezzo per raggiungere un fine, non il fine stesso. L’aspetto più importante del Kyo e del Jitsu non sta nelle loro qualità individuali, ma nella loro relazione, che viene scoperta tramite l’utilizzo della reazione del Kyo e del Jitsu.  E’ con la reazione del Kyo e del Jitsu che facciamo il salto all’interno del campo multidimensionale, dove la vera natura dell’energia si manifesta. Come ogni fenomeno energetico, il Kyo ed il Jitsu hanno molti aspetti, che appaiono a diversi intervalli per portare a termine il loro scopo di trasformazione.

Pauline Sasaki (1946 – 2010)

Riferimenti nel testo L’enigma del Kyo Jitsu di Pauline Sasaki

* Patrizia Stefanini, “Shiatsu e Fisica Quantistica”. Shiatsu Society News, inverno 1999, numero 72.

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